Conoscere le procedure per l’ acclimatamento dei Newton tramite ventola auto costruita può interessare molti di voi. Quelle che andrò a spiegare in questa guida abbastanza basica, sono alcune nozioni che io e il mio amico Andrea Vanoni abbiamo scoperto studiando l’argomento dell’acclimatamento relativo a telescopi newtoniani con l’ausilio di una ventola auto costruita. Di seguito, vi riporterò inoltre la mia personale esperienza in quest’anno di utilizzo della sopracitata ventola accoppiata ad un telescopio newtoniano Sky-Watcher 200/1000 Black Diamond.
Cos’è l’acclimatamento? Acclimatare significa portare il telescopio newtoniano, ed in particolare gli specchi, alla stessa temperatura che c’è nell’ambiente in cui faremo astrofotografia e/o osservazione, o quantomeno portare la differenza di temperatura ad un valore trascurabile. Se, ad esempio, in una serata invernale prendessimo il telescopio da dentro casa (circa 20°C) e lo montassimo all’aperto (ipotizziamo 5°C), avremmo uno strumento con circa 15°C di differenza rispetto all’ambiente esterno. In questo caso, il nostro telescopio cederà calore all’ambiente finchè i due non arriveranno ad una situazione di equilibrio, ovvero, finchè il telescopio non arriverà a circa 5°C. Se invece montassimo il telescopio d’estate con una temperatura esterna di 30°C, l’ambiente cederebbe calore allo strumento fino ad arrivare alla situazione di equilibrio. Durante questo processo di trasferimento di energia si creano delle turbolenze interne ed esterne al telescopio e i materiali di cui è composto lo strumento subiscono dilatazioni o contrazioni (a seconda che si riceva o che si ceda calore). Cosa comporta non acclimatare il telescopio? La dilatazione/contrazione dei materiali potrebbe compromettere leggermente la collimazione e vanificare gli sforzi di collimare in modo maniacale il telescopio Newton. Le turbolenze create possono peggiorare (anche di molto) la qualità sia dell’osservazione che della fotografia, soprattutto se parliamo di imaging planetario ad alta risoluzione (HiRes). Sul web si possono trovare dei fogli di calcolo per calcolare il tempo necessario all’acclimatamento del telescopio, ma vi consiglio di non fidarvi ciecamente e verificare comunque di persona le varie tempistiche. Incrociando i dati di questi fogli di calcolo con la mia esperienza personale ho appurato quanto segue:
Dati: -Newton Sky-Watcher 200/1000 Black Diamond -Diametro specchio: 200 mm -Spessore specchio: 25 mm* -Materiale specchio: Pyrex* -Temperatura di partenza del telescopio: 20°C
*Questi dati li ho richiesti e mi sono stati forniti dalla divisione ottica di Auriga
Situazione invernale (T esterna 0°C): Tempo di acclimatamento: circa 90 minuti Tempo di acclimatamento con ausilio di ventola di 12 cm: circa 30 minuti
Situazione estiva (T esterna 25°C): Tempo di acclimatamento: circa 60 minuti Tempo di acclimatamento con ausilio di ventola di 12 cm: circa 20 minuti
Come potete vedere, l’utilizzo della ventola di acclimatamento da 12 cm di diametro sul mio Newton da 8” mi diminuisce di circa ⅔ il tempo necessario all’acclimatamento dello specchio primario. Costruzione della ventola di acclimatamento: i materiali Di seguito vi mostrerò come io ho costruito la mia ventola di acclimatamento removibile (il mio telescopio viene tenuto in verticale su una base di polistirolo che mi sono autocostruito, per questo ho la necessità che la ventola sia removibile e di facile installazione/rimozione).
NB. quella che porto qui di seguito è la mia personale esperienza e la tecnica con cui io mi sono trovato meglio, ma esistono anche altri metodi per creare il supporto ad una ventola di acclimatamento.
Materiale:
Ventola da 12 cm a tre velocità
Pannello di PVC espanso di spessore 3 mm
Velcro
Biadesivo
Matita, righello, compasso, forbice e cutter
Il dubbio che più ha attanagliato me e Andrea è stato sul materiale da utilizzare per creare il supporto. Le esigenze erano di un materiale facilmente modellabile, intagliabile, leggero, leggermente flessibile ma che fosse anche abbastanza robusto da sostenere il peso della ventola senza deformarsi. Dopo aver valutato i vari plexiglass, gomma, compensato e polionda, il materiale che ho scelto per costruire il supporto della ventola è il PVC espanso da 3 mm di spessore. La scelta è ricaduta su questo perchè, relativamente al mio diametro di 20 cm, trovo che offra un compromesso ottimale tra resistenza, leggerezza, flessibilità e modellabilità (inoltre il costo è relativamente basso, 6 euro per una pannello di 50 cm x 50 cm). Costruzione della ventola di acclimatamento: le procedure Per prima cosa ho ritagliato un cerchio di PVC del diametro corretto, ho fatto 3 scanalature per poter incastrare le viti di collimazione, ho trovato il centro esatto del cerchio ed ho ritagliato un cerchio del diametro della ventola. Fatto questo, ho preso la ventola e, svitando le 4 apposite viti, ho rimosso una delle 2 griglie, quella del lato che andrà in contatto con il PVC. Quale griglia svitare? Ho provato sia il flusso in immissione che in estrazione, ma quest’ultimo mi ha creato problemi in quanto ha aspirato polvere e sporco per farlo poi depositare sullo specchio primario, quindi l’opzione è stata scartata. Per questo motivo, ho sistemato la ventola in modo che il flusso d’aria sia in immissione, dall’ambiente esterno verso lo specchio. Ora che la nostra ventola è pronta, basta utilizzare una matita per bucare il PVC e avvitare le 4 viti che tenevano ferma la griglia per fissare la ventola al supporto in PVC, stando attenti che la ventola sia avvitata esternamente rispetto al telescopio (le viti attraversano il PVC e vanno ad alloggiarsi nuovamente nella loro sede di partenza).
Adesso non rimane che attaccare con del biadesivo il velcro sia sul PVC che sulla culatta del telescopio in modo tale che appoggiando il supporto alla culatta, questo rimanga attaccato. Per rimuovere il supporto basterà tirarlo via prendendolo dalla ventola.
La ventola di acclimatamento removibile è ora terminata ed è utilizzabile sul nostro telescopio.
Alessandro Biasia