La collimazione Newton può essere realizzata in modi diversi e quella che vi riporto in questo articolo è la mia personale esperienza. Quando ho provato per la prima volta la collimazione Newton con tappo forato, correttore di ortogonalità e laser, mi sono accorto che il mio telescopio Newtoniano 200/1000 non era mai stato collimato con precisione fino ad allora.
Alcuni di voi potranno trovarsi meglio facendo la collimazione Newton con altre tecniche e strumenti ma penso possa essere utile condividere i passaggi di questa importante operazione.
Il telescopio Newtoniano Eseguo la collimazione del Newton anche 3 volte in una serata di riprese planetarie e ci metto circa 2 minuti per volta. I telescopi Newton sono composti da due specchi: uno specchio primario situato sulla culatta del tubo indirizza la luce raccolta verso un più piccolo specchio secondario sostenuto da una raggiera che si trova all’altezza del focheggiatore. Lo specchio secondario è inclinato di 45° e indirizza la luce catturata dallo specchio primario verso il focheggiatore. Entrambi questi specchi si possono muovere tramite tre viti di collimazione che si trovano sulla culatta per lo specchio primario, e sul supporto del secondario per lo specchio secondario.
Per un telescopio la collimazione è fondamentale. Un telescopio riflettore è collimato quando gli specchi sono posizionati in modo che il percorso compiuto dalla luce all’interno dello strumento risulti corretto e l’immagine sorgente sia correttamente orientata sul piano focale. La collimazione Newton, specie per fare fotografia planetaria, va fatta spesso. Un telescopio scollimato restituirà un’immagine di qualità inferiore rispetto al potenziale dello strumento.
I passi per la collimazione Newton
Vediamo ora il procedimento della collimazione che eseguo quando faccio astrofotografia HIRES planetaria. Gli strumenti che utilizzo sono: un oculare con tappo forato, un laser e un correttore di ortogonalità per il laser.
Possiamo dividere la procedura per la collimazione Newton in 4 passaggi:
Acclimatamento
Puntamento dell’oggetto che si desidera riprendere
Collimazione specchio secondario
Collimazione specchio primario
1. Acclimatamento Innanzitutto, prima di effettuare la collimazione dobbiamo essere sicuri che il telescopio sia correttamente acclimatato. Se così non fosse, potrebbero esserci dei microspostamenti dovuti alla successiva acclimatazione dei materiali che potrebbero vanificare la precisione con cui abbiamo svolto il lavoro di collimazione. Io personalmente, quando utilizzo il Newton 200/1000, lo porto in ambiente esterno almeno un’ora prima di iniziare la ripresa. Avendo anche una ventola di acclimatamento da 12 cm di diametro, mi basterebbero teoricamente circa 20 minuti se la differenza di temperatura interno-esterno è di 20 gradi, ma essere prudenti non guasta mai.
2. Puntamento dell’oggetto In fotografia planetaria la collimazione andrebbe sempre fatta dopo aver puntato l’oggetto che si desidera riprendere. Questo perché, se collimiamo il tubo tenendolo orizzontale su un tavolo o in piedi verticalmente, corriamo il rischio che gli specchi (soprattutto il primario) si spostino leggermente a causa del cambiamento di inclinazione del tubo e/o durante la fase di montaggio del tubo sulla montatura. Per questo motivo, prima si monta il tubo sulla montatura, poi si punta l’oggetto da riprendere, e solo ora si inizia la collimazione precisa.
3. Collimazione Newton specchio secondario Ora che abbiamo il tubo acclimatato e puntato l’oggetto che desideriamo fotografare, possiamo montare il tappo forato, indirizzare una piccola luce dentro al tubo (una torcia frontale puntata dentro al tubo senza puntare la luce direttamente sullo specchio primario andrà benissimo) e collimare lo specchio secondario.
Se abbiamo lo specchio secondario scollimato l’immagine che ci si presenterà sarà simile a questa:
Ora, agendo sulle tre viti di collimazione del secondario, andiamo a centrare il riflesso dello specchio primario nel cerchio scuro più grande finché l’immagine che ci verrà restituita non sarà simile a questa (per semplificare questo procedimento io ho sostituito le brugole con delle Bob’s Knobs, in modo da poter girare le viti con 2 sole dita e senza smettere di guardare dal tappo forato):
4. Collimazione Newton specchio primario
Dopo aver eseguito l’operazione numero 4 con precisione il nostro specchio secondario sarà collimato.
Da qui una riflessione: se lo specchio secondario è collimato, se noi inserissimo il laser nel focheggiatore, il laser dovrebbe andare perfettamente al centro dello specchio primario, in mezzo al classico tondino appiccicato sullo specchio.
Questo spesso non accade.
Non accade soprattutto per un motivo: la non perfetta collimazione del laser.
Se il laser è scollimato, anche leggermente, non sarà in grado di collimare a dovere il nostro Newton.
A meno che le condizioni problematiche elencate sopra non siano disastrose (e in tal caso la collimazione è l’ultimo dei problemi), si possono correggere semplicemente usando il correttore di ortogonalità per il laser.
Inserendo il correttore tra laser e focheggiatore e agendo sulle sue tre viti possiamo inclinare il laser in modo che il suo fascio cada perfettamente al centro del pallino situato in mezzo allo specchio primario. Ora che il laser e lo specchio secondario sono perfettamente allineati, accendiamo il laser e, se lo specchio primario è scollimato, vedremo che il laser non ricadrà al centro del bersaglio:
Adesso, agendo sulle tre viti di collimazione dello specchio primario, facciamo in modo che il laser di ritorno dal focheggiatore ricada esattamente al centro del bersaglio:
Fatto questo, lo specchio primario e lo specchio secondario del nostro telescopio riflettore sono collimati, finalmente possiamo iniziare la sessione fotografica.
Alessandro Biasia
Ciao. La mia domanda è. Ma una volta collimato col correttore di ortogonalità, se poi reinserisco il chesire o il reego sono sempre al centro o viene spostato? È normale che il focheggiatore non sia ortogonale?