Scrivo questo articolo con il preciso scopo di provare a rispondere ad una domanda che leggo spesso: "Perché investiamo tutto questo denaro nell’esplorazione spaziale invece di spenderlo per migliorare la vita sulla Terra?”.
Per rispondere a questa domanda, iniziamo con il quantificare la spesa che i cittadini e i vari paesi del mondo investono per questo scopo.
Con questa premessa, ovviamente, non andremo a vedere i numeri riguardanti le agenzie spaziali private (come la famosa SpaceX), ma quelle pubbliche i cui investimenti provengono dalle tasse pagate dai cittadini.
Si potrebbe pensare che i costi per progettare e costruire razzi in grado di arrivare su altri pianeti o rover e droni che stanno passeggiando e analizzando il terreno marziano in questo esatto momento incidano parecchio sulla spesa pubblica, per decine di punti percentuali del PIL di un paese e per centinaia di euro all’anno sulle tasche dei cittadini.
Non è proprio così.
Di seguito riporto gli investimenti per il settore spazio nel 2021 di alcuni tra i più importanti paesi europei e gli Stati Uniti (per quantificare gli investimenti nel settore spaziale ci viene in aiuto un articolo di Forbes del 25 gennaio 2022: https://forbes.it/2022/01/25/space-economy-italia-sesta-al-mondo-per-spese-spaziali/):
USA: 43,01 miliardi di dollari
Francia: 1.065,8 milioni di euro
Germania: 968,6 milioni di euro
Italia: 589,9 milioni di euro
Questi numeri sembrano enormi visti così, ma andiamo a rapportarli al PIL di quell’anno del paese di riferimento (dati presi dall’articolo del 29 dicembre 2021 de Il Sole 24 Ore: https://www.infodata.ilsole24ore.com/2021/12/29/quanto-vale-il-pil-globale-nel-2021-infographic/?refresh_ce=1):
USA: 0,19% (PIL 2021 di 22.940 miliardi di dollari)
Francia: 0,04% (PIL 2021 di 2.940 miliardi di euro)
Germania: 0,02% (PIL 2021 di 4.230 miliardi di euro)
Italia: 0,03% (PIL 2021 di 2.120 miliardi di euro)
A questo punto, possiamo verificare quanto hanno gravato questi investimenti nel 2021 sui cittadini dei vari paesi dividendo le spese per il numero di abitanti (per l’Europa dati Istat):
USA: circa 130 €/cittadino
Francia: circa 15 €/cittadino
Germania: circa 12 €/cittadino
Italia: circa 10 €/cittadino
Per fare un confronto, la spesa per la difesa in Italia nel 2021 (come ci dice la pubblicazione dell’11 marzo 2022 dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-le-spese-militari-in-italia) ammontava all’1,22% del PIL, una cifra di circa 40 volte superiore a quella investita nel settore spazio.
Ovviamente, i dati sopra riportati sono a titolo esemplificativo e arrotondati, ma sono sufficienti per quantificare a quanto ammontano questi investimenti e ci mostrano che esistono settori che necessitano di investimenti decisamente superiori rispetto a quello dello spazio.
Investire in questo settore non significa escludere investimenti volti direttamente alla salvaguardia del nostro pianeta, una cosa non esclude l'altra.
Una persona ora potrebbe legittimamente chiedersi "anche se la spesa è inferiore di quanto avevo immaginato, perché investire questi soldi nello studio dell’universo invece che cercare di aiutare il nostro pianeta?”.
Le risposte a questa domanda, per quanto mi riguarda, sono due.
La prima risposta è che l’essere umano è di natura un esploratore.
Da quando è apparso sulla Terra, l’essere umano ha sempre esplorato, partendo dai territori vicini, alle foreste, all’America (almeno dal punto di vista degli europei), fino ad arrivare ai fondali oceanici e allo spazio.
L'esplorazione è un’ispirazione che ha sempre accompagnato l’essere umano e che ha spostato i confini della conoscenza sempre più in avanti.
La seconda risposta è: non è forse la stessa cosa?
L’esplorazione spaziale e lo studio dell’astronomia hanno consentito un enorme sviluppo di innumerevoli tecnologie, alcune delle quali vengono utilizzate ogni giorno sulla terra a scopo ludico, per semplificare la vita o per migliorarla.
Facciamo qualche esempio.
Probabilmente state leggendo questo articolo utilizzando uno smartphone, un computer o un tablet, i cui circuiti e l’elettronica di dimensione così contenute sono state sviluppate, tra le altre, dalla Hewlett-Packard (ora conosciuta come HP) per permettere di portare questa tecnologia nelle missioni Apollo della Nasa.
Per assurdo, quando ci si lamenta riguardo il denaro investito nel settore spazio, lo si fa utilizzando un dispositivo che ha componentistiche sviluppate dal settore spazio.
E le fotocamere presenti sui nostri cellulari? Anche il sensori CMOS, il cuore delle fotocamere montate su smartphone, tablet e delle action cams, è stato sviluppato dal JPL della Nasa per essere utilizzato nelle missioni spaziali.
Per quanto riguarda l’edilizia, gli smorzatori a massa risonante sono dispositivi che vengono utilizzati per la costruzione di ponti e grattacieli per ridurre le vibrazioni e sono stati sviluppati dalla Nasa per ridurre le vibrazioni dei razzi durante il lancio.
Anche l’isolante termico Aerogel è stato sviluppato dalla Nasa come isolante per le tute spaziali.
Inoltre, anche la medicina utilizza tecnologie nate in questo settore.
I condotti termici per operazioni neurochirurgiche sono stati lanciati sul mercato grazie anche alla Nasa, la quale utilizza questi prodotti su satelliti e sonde.
Inoltre, per analizzare eventuali difetti di produzioni di materiale, è stata sviluppata la tecnologia utilizzata per le TAC.
Esistono innumerevoli altri esempi come quelli riportati sopra, i vestiti termici, le batterie a lunga durata che utilizziamo, ad esempio, per gli apparecchi acustici, il velcro, i filtri per l’acqua, il GPS, gli airbags, i trapani senza fili, i doposci (non a caso chiamati Moon Boots), i pacemaker e potremmo proseguire ancora a lungo.
Inoltre, da novembre del 2000, è attivo un laboratorio in orbita attorno alla Terra: la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Da oltre 20 anni, la ISS è abitata da astronauti che si occupano, tra le altre cose, di ricerca di biologia, chimica, medicina, fisica, astronomia e meteorologia in condizioni di microgravità.
Il corpo stesso degli astronauti diventa un elemento su cui fare ricerca, dal momento che la permanenza nello spazio causa problematiche come la diminuzione della massa muscolare, diminuzione della densità ossea ed esposizione maggiore alle radiazioni.
Riassumendo quello che è il mio pensiero, investire nell’esplorazione spaziale e, più in generale, nel settore spazio non significa spendere ingenti quantità di denaro solo per una costosa ricerca vita su altri pianeti o per portare l’uomo a camminare su Marte (le quali sarebbero comunque due delle scoperte/conquiste più importanti nella storia dell’umanità) ma significa anche avere delle ricadute tecnologiche nella vita di tutti giorni in grado di rivoluzionare e migliorare il nostro modo di vivere su questo pianeta.
Alessandro Biasia
Fonti e ulteriori approfondimenti:
Forbes
Istat
Osservatorio CPI
Il Sole 24 Ore
Inaf
https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/aerogel-dalle-tute-spaziali-ai-giacconi-invernali
https://www.nasa.gov/station20
https://www.media.inaf.it/2017/01/23/spinoff-nasa-2017/
https://www.ilsole24ore.com/art/la-ricaduta-apollo-terra-tecnologie-che-luna-ci-ha-regalato-AC8oxaZ