Venere è il secondo pianeta del Sistema Solare e, dopo il Sole e la Luna, è l’oggetto più luminoso del cielo.
Possiamo scorgere questo astro, a seconda del periodo, la sera a Est appena dopo il tramonto o il mattino a Ovest appena prima dell’alba.
Questo pianeta è ricoperto da una densa atmosfera di nubi molto riflettenti composte soprattutto da diossido di carbonio, le quali ne impediscono la visione della superficie.
La fotografia di Venere
Se fotografiamo questo pianeta nello spettro visibile (circa dai 400 nm ai 700 nm) quello che otterremo sarà la sagoma con la fase ben visibile del pianeta senza però alcun dettaglio sul globo.
Esiste, però, un modo per fotografare le nubi di Venere in modo da distinguerne alcuni cumuli: fotografare il pianeta in ultravioletto (circa dai 10 nm ai 400 nm).
La fotografia in ultravioletto di Venere è forse una delle tipologie di foto planetarie più complesse e consiglio di provarla solo se si conosce bene la tecnica di elaborazione delle foto planetarie, la derotazione di immagini r, g e b e se si possiede un setup adeguato.
Per fotografare Venere in ultravioletto con risultati soddisfacenti abbiamo bisogno innanzitutto di alcune cose:
Buon seeing, l’ultravioletto è sensibile alla turbolenza atmosferica
Un telescopio con un diametro indicativo di almeno 150-200 mm, meglio se newton invece che Mak o SC
Una camera planetaria un minimo sensibile all’ultravioletto, meglio se monocromatica
Filtri che ci permettano di riprendere in UV
In questa guida ci concentreremo soprattutto sull’ultimo punto, quello riguardante i filtri.
Abbiamo 2 strade che possiamo intraprendere per utilizzare un filtro UV nella ripresa di Venere:
Filtri UV dedicati
Accoppiata di filtri violetto #47 + BG40 (un filtro ir cut che lascia passare l’UV)
La naturale domanda che ci si pone ora è: qual è il metodo migliore? Beh, un filtro UV dedicato è creato appositamente per riprendere le nubi di Venere, quindi restituirà risultati e contrasti migliori, ma il prezzo di questi filtri è spesso elevato.
Di seguito possiamo osservare il grafico di uno di questi filtri UV dedicati a Venere: Questo filtro fa passare le lunghezze d'onda comprese circa dai 315 nm ai 385 nm, con una trasmittanza di circa 95%.
Esiste anche la soluzione low cost che io stesso ho adottato e per la quale ringrazio anche Andrea Vanoni e Michael Barbieri per le ricerche, che è l’accoppiata di filtri violetto #47 e l’ir cut BG40.
Il filtro violetto #47 lascia passare le lunghezze d'onda da circa 300 nm a circa 450 nm con una trasmittanza dell'85%, e l'infrarosso dai 700 nm.
L'ir cut BG 40 che vediamo qui sotto, è un filtro dedicato al solo taglio dell'infrarosso e permette il passaggio delle lunghezze d'onda da circa 320 nm a circa 670 nm con una trasmittanza del 88% circa.
Se andiamo ad utilizzare questi 2 filtri accoppiati e andiamo quindi a sovrapporre i grafici, notiamo che se ne ricava una banda passante dai circa 320 nm ai circa 450 nm con una trasmittanza dell'85% (quella evidenziata in giallo).
Questa accoppiata di filtri permette di riprendere solamente nel range tra i 320 nm e i 450 nm, quindi un ultravioletto soft, permettendoci di catturare le nubi di Venere.
Se andiamo a confrontare la banda passante di un filtro dedicato con quella dell'accoppiata #47 + BG40 notiamo che il filtro dedicato è più selettivo, con una trasmittanza maggiore e completamente nell'ultravioletto. Per questi motivi, i risultati che si avranno con la soluzione low cost saranno meno contrastati rispetto a quelli ottenuti con un filtro dedicato, ma permettono comunque di divertirsi nella ripresa in UV di Venere spendendo relativamente poco.
Se sono state soddisfatte tutte le prerogative di cui sopra, dopo aver ripreso Venere in UV tramite l'accoppiata #47 + BG 40 e dopo aver effettuato lo stacking del video, otterremo un’immagine grezza quasi indistinguibile da una ripresa nello spettro del visibile.
Sarà nella fase di elaborazione che dovremo fare il grosso del lavoro per fare comparire le nubi.
In fase di elaborazione dovremo andare ad agire un bel po' solamente sui dettagli di dimensioni maggiori (ad esempo, se si utilizza registax, fare più passaggi con il layer numero 6) fino a quando potremo scorgere le nubi che contraddistinguono l’atmosfera di questo pianeta.
Ora che abbiamo la nostra foto dell'atmosfera di Venere, se vogliamo ottenere un'immagine a colori possiamo creare un'immagine in falsi colori o derotare l'immagine in UV con una ottenuta nello spettro visibile o infrarosso.
Se vogliamo intraprendere la strada della derotazione, utilizzando il software Winjupos derotiamo l’immagine in UV e una nello spettro visibile/infrarosso affinchè si possa ottenere un'immagine bicolor del pianeta Venere con le sue nubi in risalto.
PS. Una buona abitudine in questo tipo di astrofotografia è confrontare i propri risultati con quelli di altri astrofotografi in modo da poter mettere a confronto i dettagli nebulari catturati.
Alessandro Biasia